Il foro maculare è una soluzione di continuo a livello della zona centrale della retina (la fovea, zona predisposta, a causa delle sue peculiarità anatomiche, a questo tipo di patologia in cui il tessuto neuroretinico va lentamente incontro ad un progressive processo di atrofia). Nella maggior parte dei casi il foro maculare è idiopatico (per cui non è possibile riconoscere un’etiologia definita, anche se esitono numerose condizioni fisiopatologiche che favoriscono la sua insorgenza, come alcune vasculopatie sistemiche, la miopia elevata, l'edema maculare cistoide, la trazione vitreo-maculare, la sindrome dee’interfaccia vitreomaculare e le membrane epiretiniche, etc.) con un’incidenza prevalente nell’età senile. L’insorgenza del foro maculare, nelle prime fasi, è solitamente asintomatica (in certi casi in questa fase l’interruzione del profilo della neuroretina non coinvolge il tessuto in tutto il suo spessore ma solo la parte più interna, perciò è possibile parlare di foro a parziale spessore o “lamellare”), mentre nelle fasi avanzate, soprattutto quando la neuroretina è coinvolta dal processo degenerativo per tutto il suo spessore, compaiono sintomi quali annebbiamento visivo (a volte un calo visivo improvviso), distorsioni delle immagini (metamorfopsie), zone scure o grigie del campo visivo (scotomi). Si ritiene che la contrazione tangenziale, causata dal raggrinzamento del vitreo adeso alla fovea, promuova la separazione della retina sensoriale dal sottostante epitelio pigmentato retinico; la sofferenza del trofismo neuroretinico che ne consegue conduce all'atrofia progressiva della retina foveale attraverso una serie di stadi evolutivi (da 1 a 4, secondo la classificazione attualmente in uso elaborate da Gass, in cui si passa dallo stadio I, foro maculare incipiente, allo stadio IV: foro maculare a spessore completo con completa separazione del vitreo posteriore); è importante sottolineare che non necessariamente si ha un evoluzione del quadro fisiopatologico fino al IV ed ultimo stadio)
L’esame del fondo oculare spesso è sufficiente per porre diagnosi di foro maculare, anche se la tomografia a coerenza ottica (OCT) resta l’esame gold standard per la diagnosi ed il follow up; l'autofluorescenza e la fluorangiografia sono esami di seconda istanza utili per cinfermare la diagnosi. Diverse sono le opzioni terapeutiche, a seconda dello stadio, della sintomatologia, dell’acuità visiva e della prognosi (si va dal controllo nel tempo della patologia attraverso visite periodiche di controllo alla terapia chirurgica - vitrectomia via pars plana con distacco completo delle aderenze vitreali posteriori, peeling della membrana limitante interna associate o meno al tamponamento con gas in camera vitrea)